DOVE SONO FINITI I 30 MILIONI DI EURO PER I CANILI?

Un paese, nel quale i cani randagi rappresentano un pericolo per le persone ed a volte, come nei giorni scorsi, uccidono, è un paese civile, è un paese che può andar fiero delle proprie istituzioni?
Non credo, anzi, ritengo che i fatti di questi giorni siano la cartina di tornasole di come vanno le cose nel nostro paese.
Torniamo ai cani che hanno assalito ed ucciso: la colpa è loro o è da ricercare altrove?
Premetto che sono un amante di questi animali, ne ho avuti, per mia fortuna, fino a 5 e di grossa taglia ed ho imparato che forse un amico ti potrà tradire ma loro no: se adeguatamente trattati sono estremamente affidabili.
Ora, dopo i luttuosi fatti nei quali degli innocenti hanno perso la vita, si vuol correre ai ripari con i mezzi più drastici, auspicando anche l'abbattimento di alcuni esemplari.
Certo è la soluzione più semplice, quella che ci mette al sicuro, che ci fa sentire quasi dei benefattori.
Se vogliamo prenderci in giro, ammazziamo qualche cane e teniamo in libertà chi è veramente colpevole del randagismo.
Dal 2001 lo Stato ha stanziato ai Comuni una montagna di denaro, 30 milioni di euro, per costruire i canili. Che fine ha fatto tale denaro?
Se non è stato speso e giace in qualche cassetto, si colpiscano gli inadempienti facendoli soggiornare nelle patrie galere.
Se invece è stato speso male e/o è sparito, si associno i responsabili alla "gloriosa" brigata appena accennata.
Inoltre sarebbe auspicabile che qualche magistrato, libero da inchieste che danno lustro, tipo quelle sulle vallette, sui politici e su qualche altra alchimia, indaghi a 360° sul filone che riguarda il fenomeno del randagismo.
Leonardo

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